Jonathan Di Felice (voce), Matteo Fontana (batteria) e i fratelli Valerio (chitarra) e Riccardo Giuliani (basso) fanno il loro esordio sulla scena musicale italiana con il singolo “Vivi a domani”, prodotto da Ioska Versari – produttore discografico e direttore artistico di FLEBO records – missato e masterizzato da Francesco Tosoni (Noise Symphony). I Sirente, questo il nome scelto dai componenti della band – proprio come una delle vette del gruppo montuoso che sovrasta la loro città di provenienza, ovvero L’Aquila – propongono un sound attuale con testi semplici concepiti per immagini e di facile immedesimazione anche grazie ad un canto che unisce perfettamente spinta e controllo.
“Vivi a domani” è il vostro singolo di debutto. Ce ne volete parlare?
«È un invito che facciamo a tutti coloro che si sentono persi a trovare in qualcosa o in qualcuno la forza per andare avanti, come noi lo abbiamo fatto con la musica».
Cosa rappresenta per voi questo primo lavoro?
«Rappresenta la nostra resilienza: scrivere, arrangiare e registrare un brano durante una pandemia è roba da pochi. Siamo molto orgogliosi di questo!».
Dal 20 novembre, giorno dell’uscita del singolo, quali commenti avete riscontrato da questo vostro lavoro?
«Molto buoni ad essere sinceri. Poi è ovvio, siamo partiti da zero quindi la risonanza è stata contenuta. Se abbiamo fatto un buon lavoro però questo lo vedremo solo con l’uscita del secondo singolo».
Come nasce il vostro gruppo? Come vi siete conosciuti e quando avete deciso di formare una band?
«La formazione attuale è il risultato di una selezione quasi darwiniana che è avvenuta durante gli ultimi 5 anni. Ci conosciamo da una vita, e quando ci siamo accorti di voler comunicare ciò che avevamo dentro con la musica il resto è venuto da sé».
Ci sono degli artisti come punto di riferimento?
«Senz’altro gli esponenti del cantautorato italiano sono fondamentali per il nostro sound. Ma abbiamo anche influenze elettroniche dell’oltremanica che non vediamo l’ora di utilizzare in futuro».
Proponete un pop attuale e immediato che attinge dalla tradizione cantautorale. Questo sarà lo stile che adotterete anche nei prossimi brani?
«L’idea di base del nostro sound è questa…ci stuzzica molto l’idea di ottenere un sound un po’ più ibrido che strizzi l’occhio all’elettronica: vedremo!».
Dopo “Vivi a domani” quali saranno i prossimi passi?
«Scalpitiamo per tornare in studio a registrare i nuovi brani…cosa che faremo non appena la situazione migliorerà».