Esordio editoriale per Vincenzo Salemme con La bomba di Maradona (Baldini e Castoldi Editore) presentato nell’ambito della seconda edizione di Napoli Città del Libro. Il fil rouge del noir, scandisce un libro in cui dietro all’apparente leggerezza, si rivela un contenuto di riflessione. Temi di difficile analisi attuale. Uno per tutti, quello dei rifiuti tossici. «Io partirei dall’attenzione per l’etica. La capacità di rispettare l’esistenza, senza fare del male agli altri. Nasciamo con un’ansia egoistica. Questa parte non possiamo celarla. È’ importante esserne consapevoli, affinché la utilizziamo per migliorarci». La dichiarazione di cultura è stata quella più appropriata, per ascoltare un Salemme uomo, oltre che attore e regista. «Tu non puoi amare quella persona perché speri che ti renda felice. Siamo noi i responsabili della nostra felicità, per questo ritengo che amare sia un atto eroico ed io personalmente, sono innamorato dell’amicizia». La Bomba di Maradona è anche un libro sull’amore e Salemme ne ha scandito l’elemento differenziale. Il possesso, in una percezione, che noi crediamo essere, tante volte, quella dell’amare. Si prosegue con una scalata di confronti, al cui centro, vengono ripercorsi i momenti più incisivi della sua carriera. Dalla cinematografia, con “Amore a prima vista” e “L’amico del cuore”, passando per “Se mi lasci non vale” (solo per citarne alcuni). Fino a raccontare il teatro con il ricordo di “Dolore sotto chiave”. L’esordio con il grande Eduardo De Filippo, dirigendosi alla sua ultima commedia teatrale “Con Tutto il cuore”. «Il teatro non ha né prima né dopo. Il teatro è durante. L’aspetto miracoloso del teatro è che suscita l’immaginazione. Nel rapporto tra l’attore ed il pubblico, si crea un legame scandito dall’arte della parola del primo, capace di trasmettere una visione immaginaria al secondo». Un incontro colmo di suggestioni e messaggi sociali è quello che ha caratterizzato la mattinata al Salone del libro, in compagnia di Vincenzo Salemme. «È il sentimento che ci rende simili, non il corpo» in una attenta considerazione, viene sviscerato il rapporto dell’attore con la disabilità in un crescendo emozionale, altalenato da toni immancabilmente esilaranti. «La vita è un dono, bisogna accogliere tutto quello che arriva, senza mai aspettarsi niente». Così conclude Vincenzo Salemme, all’ipotesi di aspettative sul libro, di cui dichiara già la somma felicità, nel vedere le sue parole pubblicate.
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