È stato definito il più improbabile degli incontri quello tra Lucio Dalla, eccellente artista della musica italiana e Roberto Roversi, incontrastato poeta bolognese, eppure il connubio dei due ha dato vita a grandi ispirazioni del cantautore scomparso due anni fa e del quale se ne ricorda vivamente l’imponente maestria. Non è un caso che proprio in memoria della sua scomparsa, esce un cofanetto contenente 4 cd che racchiudono in musica la loro conoscenza; inediti mai ascoltati e tutte le canzoni censurate, accompagnate da uno scritto del poeta, un documento in cui si possono leggere i vari raccolti dello stesso, disponibili oltretutto gratuitamente sul suo sito RobertoRoversi. Una diatriba che si accese nel lontano 1976, con un Dalla che poco più che trentenne visse un momento di crisi di identità professionale a seguito del sovrastante successo sanremese con il brano 4 marzo 1943. Del rapporto con Roversi, non accettava la durezza, completamente pura però, che forse per tale motivo lo spaventava. L’astio durò fino agli anni novanta, quando in un’intervista Lucio sottolineò che il periodo di collaborazione con Roberto non fu un momento di facile intesa, ma che in realtà gli aveva insegnato tutto e più di tutto, a riconoscere l’emozione pura. Ed oggi egualmente emozionato, Roversi lo omaggia così e di quel messaggio che aveva dichiarato il cantautore, a lui rivolto: «La mia voglia di vederti è pari alla rabbia che mi prende ogni volta che ti leggo come articolante, saggista, interprete, traduttore, poeta», oggi viene riletta dallo scrittore con voce abbandonata ad un ricordo poco accettato, di un musicista che ci ha lasciati soprendentemente presto.
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