Nel corso della terza serata del Festival di Sanremo , Roberto Benigni fa il suo ingresso in maniera trionfale accompagnato dalla banda e con una standing ovation da parte del pubblico.
Il premio Oscar tornato dopo nove anni sul palco del Teatro Ariston, si congratula con Amadeus affermando: «Questo è il più bel Sanremo che abbia mai visto», e ricorda il Festival che lui presentò nel lontano 1980. Poi prosegue con sagacia e dirompente ironia, parla del regolamento e del meccanismo di voto, dando una pungente frecciatina a Matteo Salvini: «Quest’anno, c’è una novità, si può votare anche via citofono. Citofonate e dite, qui c’è gente che canta».
Ma Benigni non finisce di sorprendere e attraverso un monologo erudito, offre un’esegesi, non allegorica e simbolica, ma letterale di alcuni versi tratti dal libro della Bibbia, il Cantico dei Cantici. Prima di declamare magistralmente i versi del poema chiarisce: «Ho scelto la canzone d’amore più bella che mai sia stata scritta nella storia dell’umanità, il Cantico dei Cantici. Parla dell’amore fisico tra due giovani che si amano, in cui ognuno canta l’amore per l’altro». Così, nel descrivere il messaggio intriso di sensualità esalta la donna: «Il Cantico dei Cantici è un poema dedicato alla femminilità, in cui l’erotismo è visto da un punto di vista tipicamente femminile, che un uomo non lo saprebbe descrivere. Molti commentatori pensano che l’autrice sia una donna. Una donna, autrice di un libro sacro scritto 2.400 anni fa, che parla dell’amore carnale». E continua: «Nel Cantico dei Cantici c’è l’amore fisico, la dolcezza, l’erotismo, ma anche l’amore visto come frammento d’infinito». E nel soffermarsi sulla vera essenza dell’amore commenta: «Il Cantico dei Cantici è il libro del desiderio, diverso dal bisogno di fare l’amore. L’amore non è possesso, ma una continua conquista. Nel libro i due che si amano rappresentano le coppie di tutte le parti del mondo e di ogni epoca, che ripetono il miracolo dell’amore».
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