Nel Cortile delle Carrozze recentemente restaurato del Palazzo Reale di Napoli, per il Campania Teatro Festival è andato in scena lo spettacolo La Traviata sono io con Alessio Boni e il Duo Miroirs formato da Antonello D’Onofrio e Claudio Soviero entrambi al pianoforte e i testi di Filippo Arriva tratti dal folto carteggio tra Giuseppe Verdi e Giuseppina Strepponi.
Vi siete mai chiesti come nasce un capolavoro ? Ebbene le lettere che si sono scambiate il Cigno di Busseto e la cantante Giuseppina Strepponi offrono questa possibilità perché mettono in luce angoli nascosti e segreti legati alla composizione de La Traviata, l’opera lirica più conosciuta, amata e rappresentata al mondo.
Giuseppe Verdi, vedovo di Margherita Barozzi e Giuseppina Strepponi madre di due figli illegittimi avuti da precedenti relazioni si conoscono nel 1839 quando il soprano lo presentò a l’impresario della Scala Domenico Morelli e la loro relazione si trasformò in amore a partire dal 1842 sfidando le convenzioni sociali e i pettegolezzi. Entrambi a Parigi andarono a teatro per assistere a La Dame aux camélias, un dramma in prosa di Alexandre Dumas figlio. Si racconta che Giuseppina, raffinata ed elegante signora del bel mondo parigino, ne rimase così colpita da non riuscire a smettere di piangere forse perché in quell’amore tormentato leggeva la sua stessa storia. E forse fu proprio allora che Verdi decise di comporre La Traviata mettendo nella figura di Violetta la sensibilità della donna che amava e che diventerà la sua seconda moglie. Verdi fu osteggiato non poco perché mettere in scena una cortigiana a quel tempo era visto come una cosa sconveniente.
Le lettere scelte, soprattutto quelle di Giuseppina indirizzate a Verdi, spesso chiamato con l’appellativo affettuoso di Mostro, Mago o Pasticcio, sono eleganti, raffinate con una scelta ragionata delle parole che esprimono un amore vero e cristallino, dove la voglia di vivere accanto si fa desiderio impellente. Esse rappresentano per Verdi una vera e propria educazione sentimentale, la rivelazione di un crescendo di passione e bellezza senza fine. Verdi comprende Giuseppina, gli entra nell’anima e nel cuore e si piega ai suoi consigli e alle sue confidenze. Giuseppina è un critico severo e per niente accomodante e lo sprona a far di meglio. (Non dimentichiamo che sarà anche un abile amministratrice dei suoi affari e dei suoi beni).
La voce calda e modulata di Alessio Boni e il contrappunto pianistico dell’esecuzione delle arie arie più celebri de La Traviata fanno sì che lo spettacolo sia gradevole e inviti alla ricerca dell’armonia e della bellezza.
Forse senza Giuseppina La Traviata sarebbe stata meno appassionata e vibrante e Violetta Valéry un personaggio meno complesso e sfaccettato e con modeste agilità vocali nel rendere al meglio leggerezza e profondità emotiva.