«Novecento di Baricco mi ha sempre affascinato: è straordinario come il protagonista sappia leggere il mondo attraverso la musica». Non è un caso quindi se l’attore Paolo Cresta abbia scelto di rileggere il monologo dello scrittore torinese al Ravello Festival. Lo farà stasera, giovedì 1 agosto, nella Sala dei Cavalieri di Villa Rufolo (ore 21.30) dove alcune pagine tratte dal romanzo di Alessandro Baricco si alterneranno con la musica del Trio Marco Sannini Jazz (Marco Sannini alla tromba, Oscar Montalbano alla chitarra manouche e Marco De Tilla al contrabbasso). «Metà dei brani che suoneremo sono stati scritti da me, i restanti rimandano alla tradizione jazzistica degli anni 20-30», spiega il trombettista Marco Sannini.
«L’idea di coniugare prosa e musica nasce qualche anno fa dall’intuizione del direttore artistico del Ravello Festival Stefano Valanzuolo. Due anni fa portavo in scena la rilettura di ‘Novecento’ senza essere accompagnato da alcuno strumento musicale, Stefano consigliò di osare di più e mi fece conoscere il trombettista Marco Sannini con il quale ho iniziato il progetto». Un progetto non certo semplice. La fiaba è di quelle struggenti. È la storia di un pianista eccezionale, capace di suonare una musica incantevole, una musica che non esiste da nessuna altra parte che non sia l’oceano. Il suo nome è Novecento, il suo mondo una nave dalla quale non sa scendere. Perché oltre quella nave c’è la vita. Quella vera. E la musica – quella che suona perché l’oceano è grande e fa paura – è invece l’unica vita che sa immaginare. Per Paolo Cresta, attore e regista formatosi all’Accademia d’Arte Drammatica del teatro Bellini di Napoli, la difficoltà sta nel trasmettere attraverso la voce la sensibilità a volte eccessiva del protagonista Novecento. L’attore non ha mai incontrato Baricco ma confessa che ne sarebbe onorato. «Sono tante, in giro per l’italia, le riletture di ‘Novecento’. Non so se lo scrittore sia a conoscenza del mio spettacolo» dice Cresta. Per il trombettista Marco Sannini la difficoltà invece risiede nella tecnica perchè «i due piani, quello di parola e quello di musica, devono interagire in maniera quasi perfetta così da far sembrare il tutto in sintonia».
Quello che incuriosisce è la scelta di eliminare il pianoforte, lo strumento protagonista del romanzo di Baricco. «Lo scopo è quello di rievocare le note del pianoforte attraverso la lettura di ‘Novecento’. Perché definire qualcosa che nella scrittura, o in questo caso nella rilettura, puoi immaginare?», spiega l’attore. Che deve il suo successo all’incontro con Renato Carpentieri e la successiva collaborazione con la compagnia Libera Scena Ensemble. Alessandro Baricco, raggiunto al telefono ha commentato così lo spettacolo in cartellone nella kermesse della Città della Musica: «Sono sempre molto contento che Novecento se ne vada in giro per il mondo. L’unica cosa a cui tengo particolarmente è che debba essere riletto in forma di monologo, come avviene in questo caso. E’ strabiliante come questo testo rispunti davvero in ogni parte del mondo». Lo scrittore non risulta sorpreso dalla scelta di accompagnare la lettura con strumenti diversi dal piano: “Quel che suona Novecento è nella testa della gente, nel loro immaginario ecco perché gli artisti avranno scelto di non utilizzare il pianoforte, ma altri strumenti. Quasi nessuno decide di metterlo in scena utilizzando questo strumento”.
Giovedì 1 agosto, Villa Rufolo, ore 21.30
Novecento
Liberamente tratto dal romanzo omonimo di Alessandro Baricco
di e con Paolo Cresta – Marco Sannini Jazz Trio
Produzione Altrosguardo
Posto unico € 20