Il Palazzo delle Arti di Napoli si veste di atmosfere elegantemente piccanti. Al Pan è di scena Milo Manara; Il mito del fumetto incanta Partenope con linee e tratti che cavalcano l’onda dell’audace bellezza e della spinta erotica. Un erotismo che indossa forme fascinosamente sinuose e sofisticate, che ne fanno il carattere d’eccellenza di Milo Manara.
Al centro della poetica fumettistica dell’artista, la donna, sensuale e provocatoria, rappresentata in ogni suo disegno, vestita di abiti succinti che ne lasciano scoperte le parti del corpo, sensibilmente erogene. Una donna, quella di Manara, bella e sexi quanto basta per trasmettere un’idea dell’erotismo lontana dalla pornografia, dal trash…da tutto quanto potrebbe essere kitsh. L’erotismo femminile esibito dai disegni di Manara si offre da stimolo ad una fantasia viva, dinamica, sofisticata, singolare. “Da parte mia non faccio molta differenza tra erotismo e pornografia. La vera differenza sta nei limiti del buon gusto. Forse la pornografia può essere definita come l’aspetto industriale dell’erotismo”. E’ questo il pensiero con cui Milo Manara definisce il motivo ispiratore e di contenuto di ogni sua opera. Sinuosa è la donna di Manara che si erige su di una fiera bellezza che rapisce ad un solo primo sguardo. Colorata e frizzante, veste tinte che trasmettono una sessualità pura .Una trasposizione di messaggi sessuali quelli di Milo Manara, che disegnano significati totalmente rinnovati.
E’ così che Napoli, patria di arte e cultura, si arricchisce di gratificante estro con Le Stanze del Desiderio, in esposizione fino al 30 maggio. La Mostra difatti, inaugurata sabato 11 aprile con la presenza attiva di uomini d’arte, un nome per tutti l’assessore alla cultura Nino Daniele, sta già riscuotendo un elevato successo che innalzerà le sue punte con l’arrivo di Milo Manara il 29 aprile, pronto ad omaggiare di persona il pubblico che sta dando lustro alla sua esposizione. Un momento dunque che irrompe in uno scenario dove Napoli riconferma il prestigioso ruolo di capitale d’arte.
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