Luigi Ontani è un artista italiano riconosciuto a livello internazionale. Negli anni settanta si fece notare nell’ambito della Body Art con i suoi tableaux vivants in cui presentava se stesso sia come autore che come modello. Nella sua carriera ha provato varie tecniche tra cui anche la fotografia con autoritratti di grandi dimensioni ispirati a personaggi storici o letterari. Famoso per le sue erme (pietre quadrangolari sormontate da una testa e da parte del busto scolpiti), si mostra come un artista autoreferenziale in cui la sua immagine è vista in tutti i modi, in tutti i luoghi, in tutti i laghi, in tutti i fiumi (Scanu docet) e a Napoli presenta una serie di lavori dal sapore indonesiano all’interno della mostra Bali Bulé (è proprio una sua opera a darne il titolo). Il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, quindi, si apre ancora una volta all’arte contemporanea con una mostra in cui i linguaggi di oggi si accostano e confrontano con quelli classici strizzando l’occhio all’Oriente, in particolare all’Indonesia dove (a Bali), da anni, vivono gli altri due artisti presenti alla mostra: Filippo Sciascia e Ashley Bickerton. Mentre in Bickerton troviamo il tema del mostruoso colorato e felice in Sciascia (classe 1972) possiamo vedere l’eleganza classica con interessanti commistioni che si adattano all’opera perfettamente. I suoi lavori sono veramente suggestivi e mostrano un interessante universo interiore in cui, finalmente, possiamo vedere l’opera e non l’artista nella sua estasi narcisistica. La mostra è a cura di Maria Savarese con il coordinamento tecnico-scientifico di Marco De Gemmis. L’allestimento è nell’atrio del Museo e nelle sale della collezione Farnese, dal 20 ottobre 2013 al 6 gennaio 2014.
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