Perdendosi dentro le dolcezze di questo video girato a Racalmuto in provincia di Agrigento. Lui che proviene comunque da un piccolo borgo come questo, sempre siciliano… che poi è la storia di tanti luoghi in Italia, divenuti simbolo di “spaisamento”, l’abbandono, il fiorire randagio e selvaggio di cementificazioni e centri commerciali. Le grandi multinazionali. La vita che stiamo diventando. Luca Di Martino dopo il brano “NOVI VISI” ci regala “Spaisati” questo ascolto per accoglierci in quello che sarà il nuovo disco di inediti. Il dialetto è il centro nevralgico di quello che dobbiamo preservare.
«Generazioni di persone spaesate, pronte a remare contro il proprio destino, allontanandosi dalle radici per cercare una strada lontana. Ma nel cuore restano i sorrisi e i profumi di ogni strada mai dimenticata». Luca Di Martino
Nella tua vita privata… lo spopolamento degli antichi borghi… è qualcosa che vivi in prima persona?
Si, è qualcosa che vivo anch’io in prima persona. Purtroppo per lavoro vivo a due ore di distanza dal mio paese, (Isnello) ma ho la fortuna di poter ritornare frequentemente. Isnello (PA), è un piccolo centro di mille anime del comprensorio madonita ; uno di quei tanti borghi montani che vanno via via spopolandosi. Purtroppo, si assiste sempre più ad un graduale declino, la natalità è bassa, chi emigra difficilmente ritorna, quella porta, quell’ attività che chiude sembra destinata a rimanere chiusa per sempre.
Che rapporto hai con le tue radici e con i suoni dei tuoi luoghi?
Sono molto legato alle mie radici, al territorio, alla natura, Sono i luoghi in cui sono cresciuto, dove si respira serenità, dove è ancora vivo il senso di comunità e appartenenza, dove sento il bisogno di ritornare per ritrovare me stesso. Sono territori unici per il suo fascino, dove il silenzio fa da “padrone”. Parto sempre da quel “silenzio” per creare i suoni e le parole delle mie canzoni, mi piace pensare possono rappresentare il riflesso dell’appartenenza.
Perché la scelta di questo borgo piuttosto che quello delle tue origini? Che connessione ha con il brano?
La scelta del luogo è stata casuale. Cercavo un paese, uno dei tanti, che vivono l’abbandono e lo spopolamento, uno dove il tempo sembra essersi fermato aggrappato a quei vicoli, a quella solitudine di strade piene di erbacce, un paese dove si respira ancora verità, storia e saggezza. Ho “preso in prestito” Racalmuto per motivi di praticità, perché vicino al mio luogo di lavoro… devo dire che è stato il luogo ideale, lo scenario e il fascino del paese si è prestato tantissimo alla rappresentazione dell’idea che avevo in mente.
Il futuro lo stiamo affidando alla tecnologia. Da tante parti si grida al dover preservare ogni tipo di memoria. Questo brano ha questa responsabilità?
È una semplice canzone, ma che sicuramente rappresenta un ottimo spunto riflessione; uno specchio dove riflettersi per ritrovare il senso di identità, di appartenenza. Bisogna essere orgogliosi delle proprie radici, e soprattutto alimentare quel senso di appartenenza, di tradizioni, affinché rimangano vive nella memoria umana e non solo in quella digitale.
Ai giovani e alle loro città: che messaggio vorrei arrivasse?
Sicuramente quello di vivere a pieno ogni esperienza, di essere coraggiosi e fiduciosi nelle loro idee,
di non sentirsi mai “SPAISATI”, non sentirsi mai nel posto sbagliato, ma sentirsi sempre parte attiva del loro grande progetto di vita.