Il quintetto strumentale italo-parigino Guappecartò, dopo il grande successo di pubblico registrato a Parigi per la presentazione del nuovo album “Sambol – Amore Migrante”, da dicembre sono impegnati con il “Sambol Italian Tour”, uno show unico ed emozionante che mostrare il loro mondo e le varie sfaccettature della loro musica. “Sambol – Amore Migrante” è l’ultimo lavoro discografico della band, composto da 9 rivisitazioni delle opere di Vladimir Sambol, compositore degli anni ’30 nato a Fiume ed emigrato in Svezia dopo la Seconda Guerra Mondiale.
Il vostro ultimo album che contiene nove brani rivisitazioni delle opere di Vladimir Sambol, compositore degli anni ’30 nato a Fiume ed emigrato in Svezia dopo la Seconda Guerra Mondiale. Come mai la scelta è caduta su si lui? Cosa via trasmesso la sua musica?
«In realtà è sua figlia che ha scelto noi, l’abbiamo incontrata alla fine di un concerto, lei era rimasta colpita dal nostro spettacolo, desiderava che le composizioni di suo padre potessero rivivere attraverso la nostra musica. Da quest’incontro ci siamo interessati, siamo stati conquistati dalla sua musica, ci aveva incuriosito il fatto che fosse sconosciuto. Ci siamo divertiti nel prendere i brani di Sambol ed ispirarci liberamente. È stato anche un esperimento musicale, qualcosa che non avevamo mai fatto prima».
Come sono stati scelti i brani da rivisitare?
«La figlia ci ha mandato tutti gli spartiti del padre e li ha anche suonati a pianoforte ed ognuno di noi ha scelto i brani, ed ognuno li ha riadattandoli a modo suo. Poi ci siamo visti per la prima prova, ci siamo resi conto che potevamo realizzare qualcosa di forte».
Siete nati artisticamente nel 2004 come artisti di strada, poi nel corso degli anni avete vissuto varie esperienze, curando la colonna sonora di alcuni film, di spettacoli teatrali. Come sono nate queste collaborazioni e cosa hanno rappresentato per voi?
«Il gruppo si è formato grazie a Madleine Fisher attrice degli anni ’50-’60 che ha lavorato con grandi registi, ed ha scritto una rivisitazione di Cappuccetto Rosso, dove ognuno era il contrario di se stesso. Nel creare questa fiaba musicale ha cercato dei cantanti e dei musicisti. In questo gruppo c’era il primo nucleo dei Guappecartò. Noi all’epoca provavamo per strada cantanti e musicisti, la strada ci ha permesso in seguito di adattarci a qualsiasi situazione, e per tal motivo ci siamo ritrovati a fare il teatro, il cinema, il concerto. Cercheremo sempre di collaborare con altri artisti».
Ad un certo punto della vostra carriera avete deciso di abbandonare l’Italia e di trasferirvi in Francia, da lì sono successe tante cose. Cosa vi ha portato questo cambiamento?
«La Francia a livello culturale ha tanto da insegnare al mondo, è un paese che investe nella cultura, di conseguenza molti artisti trovano rifugio in Francia. Trovarsi a Parigi vuol dire frequentare le più importanti scuole di musica, ti permette di assorbire. È stato come fare il giro del mondo musicale, ci ha insegnato tanto».
Prosegue il vostro tour in giro per l’Italia. Com’è la scaletta che proponete?
«Nella prima parte raccontiamo la storia dell’incontro con la figlia di Sambol, e nella seconda parte faremo una sintesi dei nostri 15 anni di musica sotto forma di concerto puro».
Con questo nuovo album quale sarà il vostro percorso oltre ai live. Lavorerete ancora per il cinema e per il teatro?
«Siamo sempre aperti a qualsiasi progetto, ma per noi questo album è stato un laboratorio di esperienze, perché ci ha portato a testare strumenti elettrici, e a collaborare con musicisti di generi diversi. Penso ci porteremo questo bagaglio per il prossimo album, un disco di brani originali».
Queste le prossime date del “Sambol Italian Tour” (in continuo aggiornamento):
21 dicembre – Mr Rolly’s, Vitaluzio (CE)
12 gennaio – Club Etnie, Marcianise (CE)
16 gennaio – Museo della Pace, Napoli
17 gennaio – Sentieri Aperti, Paolisi (BN)
19 gennaio – Teatro Sperimentale, Pesaro