Dal 6 maggio scorso è disponibile in rotazione radiofonica Triade, il singolo di Daniele Falasca pubblicato dall’etichetta discografica Ars Spoletium-Publishing & Recording, estratto dal nuovo album omonimo.
Ecco come lo stesso autore descrive il brano: «Con questo mio tango ho voluto descrivere il mood giornaliero della mia famiglia. Spero che esca dalle note di questo mio brano il forte legame che ci unisce. La sua vivacità rispecchia quella delle nostre attività quotidiane, piene di impegni e tanta musica».
Il CD prevede otto brani inediti composti da Falasca, fatta eccezione per What a Wonderful Word: Lety, Triade, Flower, Chet, Alleria, Family Città delle rose.
Daniele Falasca, abruzzese, classe 1973 ha completato gli studi classici di fisarmonica per poi laurearsi in pianoforte. Durante la sua carriera si è esibito al fianco di numerosi nomi di prima grandezza del panorama musicale italiano ed internazionale. Ne citiamo alcuni: Aida Cooper, Rossana Casale, Il Volo, Tullio De Piscopo, Danilo Rea, Fabrizio Bosso.
Noi di Mydreams abbiamo avuto il piacere di intervistarlo.
Hai ereditato l’amore per la musica alla tenera età di soli 4 anni grazie a tuo nonno Sabatino. Ci puoi parlare di lui e di quanto sia importante il supporto della famiglia per un musicista?
«Penso che sia fondamentale avere già da piccolo un supporto, degli stimoli, una passione. Se hai un familiare che ti trasmette una passione sei davvero fortunato. Ho respirato musica, buona musica, grazie a mio nonno, lo ascoltavo studiare tutti i giorni e mi faceva ascoltare tanta musica e jazz e non ho mai avuto dubbi su cosa fare da grande».
Oggi che lavori nel mondo della musica cosa è cambiato nei tuoi sogni da bambino?
«Oggi il sogno è diventato ancora più interessante perché da piccolo avrei voluto fare il musicista e spero di esserlo diventato. Ma le emozioni più belle che vivo, ormai da più di dieci anni, sono quelle legate a ciò che scrivo, alla mia musica. È sicuramente più difficile emergere perché non è semplice trovare manager o agenzie che credono in quello che fai. Se suoni musica famosa forse sarà più semplice ma io ho deciso di suonare, almeno nei miei concerti, solo note mie».
Hai studiato pianoforte ma lo strumento che ti caratterizza è la fisarmonica. Perché?
«La fisarmonica è uno strumento aerofono con mantice ad ancia libera. Quando lo suono immagino e penso ad un cantante che interpreta una melodia. La sento addosso, la stringo…è come fosse un vestito che tolgo solo quando vado a letto per poi indossarlo ancora al risveglio».
Quali fisarmonicisti hanno influenzato il tuo percorso musicale?
«Non ho mai avuto modelli di riferimento. Ammiro Galliano ed ho stimato tantissimo Beltrami e Marocco».
La fisarmonica è uno strumento legato nell’immaginario collettivo alla musica folkloristica e alle danze popolari. Tu invece ti avvicini ad Astor Piazzolla e al fascino del tango. Come mai?
«Per me la fisarmonica si adatta a tutti i generi musicali, è uno strumento completo ed è sicuramente adatto alle mie idee musicali che non sono folkloristiche».
Vanti numerose collaborazioni. Quali sono state fonte di ispirazione e quali ti hanno lasciato ricordi significativi?
«Ogni collaborazione mi ha insegnato qualcosa. Ho avuto la fortuna di suonare ed incidere con dei veri fuoriclasse, una gavetta veramente costruttiva. Con quasi tutte le collaborazioni sono sempre in contatto ed ancora continuo ad imparare da loro».
Hai creato una scuola di musica. Quando, come e perché è nata?
«È nata grazie all’intuito di un mio caro amico Sergio Rapagnà, bravo cantautore, che mi ha proposto di aprire insieme MusicaHdemia. È stato subito un successo, tanti iscritti ed insegnanti di grande qualità. Poi dopo qualche anno Sergio si è dedicato ad altro ed ho portato avanti la scuola fino ad oggi. Tante soddisfazioni, tanti traguardi e grandi talenti avviati nel mondo del professionismo».
Come nasce il tuo decimo album Triade?
«Nasce da un Tango scritto in un tardo pomeriggio dopo una giornata movimentata. Tre melodie che descrivono le vivaci giornate della mia famiglia composta dame, mia moglie e mia figlia. Da Triade poi sono arrivate altre idee ed ho deciso di incidere il mio decimo album, nonostante le difficoltà che tutti noi abbiamo attraversato».
Qual è il fil rouge che lega i brani tra loro?
«L’ispirazione melodica. Ho sempre dato risalto alla melodia, scrivo moltissimo da tanti anni…appena ho una buona idea la registro sul mio telefonino, poi sviluppo e devo correre in studio per incidere».
Come pensi di promuovere Triade? Hai già qualche data di un tuo prossimo concerto dal vivo?
«Sì, stanno uscendo delle date anche fuori dal mio amato Abruzzo. Il 16 giugno sarò con il mio quartetto a Torre Boldone in quel di Bergamo e per chi volesse sapere le prossime date può seguirmi sul web, sui social sono presente e attivo. Grazie per questa intervista. Viva la musica e a presto!».