“Guardalalunanina” è il titolo del nuovo lavoro di Mario Castelnuovo, uno speciale cofanetto che contiene 2 CD più un libro che riassume 38 anni di carriera del cantautore romano. L’uscita del cofanetto è stata accompagnata in radio dal singolo “Guardalalunanina”, un brano che racconta la cruda e struggente cronaca di un parto e di tutta la laboriosa eroicità delle donne nella nostra società. Il libro non è un’autobiografia, ma piuttosto un diario di sentimenti, un brogliaccio confuso e affascinante attraverso dediche di maestre lontane, racconti dai quali è possibile individuare la fonte di alcune canzoni, acquarelli, ritratti, poesia e scarabocchi.
Il suo ultimo lavoro Guardalalunanina non un semplice cofanetto che contiene 2 CD + un libro. Per lei ha sicuramente un significato più profondo.
«È il primo consuntivo di tutta una vita spesa a farmi domande attraverso disegni, canzoni, acquerelli, racconti. Domande a cui non necessitano risposte, perché le domande sono più importanti di tutto quello che segue».
Il libro non è un’autobiografia, ma un diario di sentimenti, un brogliaccio confuso e affascinante attraverso dediche di maestre lontane, racconti dai quali è possibile individuare la fonte di alcune canzoni, acquarelli, ritratti, poesia e scarabocchi. In che modo ha selezionato questo materiale tra i suoi tanti ricordi?
«È stata una selezione emotiva, direi quasi casuale, ho messo quello che mi passava per la testa e fra le mani in quel momento. Non sarebbe stata possibile una selezione razionale, e nemmeno vera, come credo sia questa».
Guardalalunanina è anche il titolo del singolo che ha anticipato l’intero progetto. Un brano che racconta la cronaca di un parto e dell’ eroicità delle donne nella nostra società. Come mai ha scelto proprio questo brano come apripista al nuovo lavoro?
«Perché quest’anno celebrò il 35esimo anniversario di “Nina”, e mi sembrava bello farlo con una canzone che custodivo da 11 anni, l’età di mia figlia, e che per la sua intimità credevo giusto continuare a proteggere. Quando mi sono reso conto che la canzone parlava a tanti altri, non solo a me, l’ho liberata…».
Come è avvenuta la selezione dei brani che ha inserito in Guardalunina?
«Anche la selezione dei brani è avvenuta nello stesso modo del libro, mi sono fatto guidare dalle emozioni che mi arrivavano in quel momento».
Ma anche una canzone per festeggiare la sua canzone “Nina” che compie 35 anni, un brano che ha presentato al Festival di Sanremo nel 1984.
«A “Nina” devo tanto. È la storia della mia famiglia, e quindi è anche la storia della mia stessa vita. È sempre emozionante, per me, cantarla ogni volta».
Sul Festival di Sanremo, invece, cosa può dirci? A distanza di anni cosa rappresenta questa manifestazione canora e cosa ne pensa del suo cambiamento? Se ci fosse la possibilità ritornerebbe su quel palco?
«Sanremo fa fare ormai delle nostre tradizioni popolari, come il Palio di Siena, la Giostra del saracino. Partecipare? Perché no, in una settimana potrei fare il lavoro che si fa per mesi, un vantaggio innegabile».
Si avvicina al mondo della musica quasi per gioco, iniziando a frequentare, durante gli studi universitari alla Facoltà di Lettere, il Folkstudio di Roma, vera e propria fucina della scuola cantautorale italiana degli anni ‘70. Quando ha capito che la sua passione si potesse trasformare in una vera e propria professione?
«Il momento esatto non saprei, la passione per la creatività mi ha spinto verso varie discipline che sul libro ho cercato di riassumere, ma cantare è stato davvero liberatorio».
Seguirà un tour?
«Fra un po’ dirò tutto».