Per celebrare i 30 anni dalla morte di Eduardo De Filippo, venerdì 4 aprile, nell’ambito della rassegna I giorni e le notti: l’Arte di Eduardo, che si svolge al Cinema Trevi di Roma (dal 1 al 5 aprile ) verrà presentato Sogno o realtà. Si tratta di un cortometraggio inedito di Eduardo chelo vede nelle vesti di attore e probabilmente anche di autore.
Sogno o realtà è un film di circa 6 minuti realizzato da Eduardo nel 1948.
Sogno o realtà non è presente in alcuna filmografia di Eduardo, ed è stato ritrovato all’inizio del 2014 tra i materiali recentemente donati all’Archivio Nazionale Cinema d’Impresa del CSC dalla famiglia dell’onorevole Guido Gonella, segretario della Democrazia Cristiana dal 1950 al 1953, più volte ministro della Giustizia e dell’Istruzione e primo presidente dell’ordine dei giornalisti.
Sogno o realtà è stato immediatamente restaurato dal Centro Sperimentale di Cinematografia (Archivio Nazionale del Cinema d’Impresa-Cineteca Nazionale) in collaborazione con la Fondazione Eduardo De Filippo.
Eduardo visibilmente ubriaco sta festeggiando la vittoria elettorale. È in piedi davanti a un tavolo insieme ad altre persone di cui però vediamo solo le ombre proiettate sul muro . Eduardo finisce sotto il tavolo dove comincia a ricordare il momento in cui è andato a votare. Volendo mostrare la sua scheda elettorale si accorge di non trovarla. Stacco. Eduardo si risveglia sul suo letto: stava sognando. A quel punto si ricorda che deve ancora andare a votare, si alza e di corsa comincia a vestirsi. Intanto si sente la voce di uno speaker che invita tutti i cittadini a recarsi alle urne perché anche un solo voto può risultare decisivo per l’esito elettorale (tra le battute: “un solo voto può decidere tra il bel tempo e la pioggia”). Mentre Eduardo agitatissimo cerca ancora la scheda si sente l’inno nazionale. Realizzato nell’ambito delle iniziative di propaganda della Democrazia Cristiana per le elezioni del 18 aprile 1948, il film all’epoca non viene utilizzato, forse perché prospettava una situazione narrativa troppo poco istituzionale, con un elettore “ubriaco”, “distratto”, potenzialmente “ritardatario”.