Salerno, ancora una volta protagonista di un’antica tradizione jazzistica, ha ospitato nel piccolo gioiello del Teatro Verdi, la terza edizione del premio Salerno Jazz, sotto la direzione artistica del maestro Stefano Giuliano, direttore anche della Salerno Jazz Orchestra che ha accompagnato dal vivo, tutti i premiati nelle loro performance musicali. Alla conduzione, la giornalista Concita De Luca con la sua grazia e professionalità e il noto speaker di Radio Montecarlo Nick The Nightfly, cantante, musicista e compositore nonché direttore artistico del Blue Note, noto locale jazz di Milano. La serata è iniziata proprio con l’inconfondibile voce di Nick fuori campo che simulava una diretta radiofonica, per poi irrompere in scena cantando dal vivo una sua personale versione di Englishman in New York di Sting. Il primo tra i premiati, il giovane sassofonista siciliano Francesco Cafiso, eclettico e internazionale ha però a cuore le origini sicule e nel suo paesino Vittoria ha creato un festival jazz. Il secondo tra i premiati, il campano Antonio Onorato, chitarrista dalla carriera ultra trentennale, spaziando dalla world music, all’eclettismo jazz-rock e alle contaminazioni aristiche con i Nativi Americani con cui si è formato, abbracciandone sia i principi di vita che la visione del mondo. Unica presenza femminile premiata, come tutti gli altri, con la piccola scultura a forma di sax rosso (del maestro ceramista vietrese Antonio D’Acunto) , Simona Bencini, la voce del noto gruppo anni ’90 Dirotta su Cuba, è arriva al jazz più tardi nella sua carriera, vantando collaborazioni importanti con Stefano Bollani e Fabrizio Bosso, ha incantato il pubblico salernitano con la sua voce calda e avvolgente. Giovanni Amato e la sua tromba immergono, invece lo spettatore nelle calde atmosfere di New Orleans, patria del Jazz, città il cui anagramma è proprio Salerno. Max Ionata secondo sassofonista premiato, con i suoi straordinari fraseggi, si apre all’invito di Nick ad improvvisare uno standard jazzistico con navigata maestria. Il momento più simpatico è affidato al napoletano Walter Ricci che ha saputo portare il ritmo mediterraneo della lingua napoletana nel jazz con il suo nuovo album Napoli jazz ed eseguendo dal vivo la sua Tarantella jazz, insieme ad un toccante omaggio al pianoforte, Sulo pe’ parlà di Pino Daniele e una divertente improvvisazione con Nick. Premiato anche l’eclettismo pianistico di Danilo Rea con i suoi virtuosismi che fanno volare gli 88 tasti del pianoforte, spaziando oltre i confini del genere jazz. Un tocco di giovane groove britannico con Tony Momrelle, voce degli Incognito, più volte considerato l’erede spirituale di Steve Wonder, che ha fatto letteralmente ballare la sala. Finale festoso e corale, con tutti i premiati e i presentatori in scena a cantare il classico di James Brown, I feel good.
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