“Medea per strada” è stato proposto dal Teatro La giostra di Napoli dove resterà fino al 27 febbraio con Elena Cotugno e la regia di Gianpiero Borgia. Il Teatro dei Borgia, che opera sul territorio pugliese nel solco del Teatro verità, propone al pubblico su un furgone con solo sette posti, uno spettacolo di quaranta minuti estremamente intensi e di grande attualità per le dinamiche trattate. Il monologo è uno studio di rilettura della “Medea” di Euripide con agganci alle problematiche dei giorni nostri che riguardano tutte le donne. Si parla di prostituzione, di commercio di esseri umani, ma anche del diverso-straniero, della paura dell’altro che ci spinge a chiuderci sempre più nel nostro piccolo e rassicurante mondo. «Operiamo concretamente sul territorio – ha dichiarato l’attrice Elena Cotugno – andando a scavare nel tessuto sociale, collaborando attivamente con la figura dell’assistente sociale delle zone in oggetto. Siamo stati a Verona, a Foggia, Barletta, Roma, e ovunque abbiamo constatato una diffusione impressionante del fenomeno collegato alla prostituzione, e la difficoltà da parte delle forze dell’ordine ad arginarlo». L’esuberante ed empatica Elena Cotugno ci trasporta in questo viaggio-racconto estremamente ravvicinato che non ci lascia indifferenti, in quanto ci dà la piena consapevolezza del dramma interiore di questa moderna Medea. Lo spettacolo monologo itinerante ci racconta la storia di una ragazza rumena, condotta in Italia dal suo uomo con la promessa di una vita migliore e indotta poi a prostituirsi. È una donna forte ma tradizionale che ama il suo uomo, al quale si è dedicata con amore malgrado tutto, che reagisce in maniera estremamente crudele e folle al tradimento di lui con l’altra donna. Nell’archetipo di Medea madre-moglie, amante-prostituta si concentrano tutte le problematiche del rapporto uomo-donna, sempre di grande attualità. “Medea per strada” ha il merito di sensibilizzare l’opinione pubblica sulle brutture del fenomeno della prostituzione, che interessa sempre più i giovanissimi, e di metterci in contatto con la parte più profonda e nascosta di ciascuno di noi. Da vedere.
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