«Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario perché ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono nuovamente essere sedotte ed oscurate: anche le nostre». Primo Levi
Il Teatro Bellini di Napoli ospita fino al 27 aprile Mein Kampf di e con Stefano Massini, scene di Paolo Di Benedetto, luci di Manuel Frenda, costumi di Micol Joanka Medda, ambienti sonori di Andrea Baggio. Lo spettacolo è stato prodotto dal Teatro Stabile di Bolzano, Piccolo Teatro di Milano-Teatro d’Europa in collaborazione con Fondazione Teatro della Toscana.
Cento anni sono trascorsi da quando Adolf Hitler scriveva il suo manifesto politico in una cella di Landsberg am Leche in Baviera e otto dal 2016 quando la Germania riunificata ha deciso di consentire nuovamente la pubblicazione per smontare la leggenda di libro proibito con la speranza che niente può distruggere l’orrore più del senso critico e della comprensione del meccanismo che costituisce l’unico antidoto al suo replicarsi.
Stefano Massini dopo una rilettura attenta di Mein Kampf-La mia battaglia insieme ai discorsi del Fuhrer e di tutto il materiale delle Conversazioni con Hitler a tavola raccolte da Henry Picker, Heinrich Heim e Martin Bormann ci restituisce uno spettacolo crudo, vero, autentico dove il protagonista è un giovane frustrato, esaltato, delirante alla ricerca di capri espiatori e di sfoghi esistenziali ma che contiene il germe di tutto il male.
Partendo dal 10 maggio del 1933 quando a Berlino furono bruciati decine di migliaia di libri sotto lo sguardo attonito dello scrittore Emil Erich Kastner, Stefano Massini arriva alla genesi e alla stesura di Mein Kampf, un testo intriso di rabbia e paura. A poco a poco si delineano i concetti chiave del nazionalsocialismo uniti a quelli amplificati del pangermanismo: il primato della razza, lo sterminio degli ebrei e dei diversi, il valore della propaganda, l’esaltazione dell’io e delle masse chiamate ad obbedire e le frasi sconcertanti del tipo: la democrazia è una menzogna e che nel gioco degli scacchi c’è un solo re con numerose sacrificabili pedine.
Il giovane Adolf che guadagna appena 100 marchi vendendo i suoi acquerelli per le strade affollate di Vienna,racconta tutto di sé e si pone domande ossessive e ricorrenti quali: Da dove si inizia per cambiare la Storia? Da dove si inizia per cambiare tutto? E l’intuizione feroce ed esaltante nelle parole: “Vi manca una guida, vi manca un Fuherer!” chiamato a comandare facendo fuori i parlamentari con le loro liturgie stantie ed ammuffite. E poi un’altra ancora più crudele ovvero quella di inventarsi un nemico. E chi può essere se non un ebreo? “Lui mi appare all’angolo destro della strada , mi è del tutto indifferente, non avrei alcuna ragione per notarlo, se non fosse che adesso lui avanza nella mia direzione , lentamente , nel centro esatto della strada e si ferma a pochi passi da me”. Ed ecco che sul palcoscenico , su un grande quadrato inclinato bianco, come la pagina di un libro,dopo lo stridore di vetri rotti e la caduta di tanti volumi, precipitano dall’alto le sue scarpe, il suo caftano,la valigia, l’ampio cappello scuro tipico della sua razza. Stefano Massini accompagna le parole dette con voce alta e fiera a gesti potenti sottolineandone il pathos.
Mein Kampf è uno spettacolo necessario in tempi bui come i nostri dove le destre tornano prepotentemente alla ribalta facendo leva sulle paure e le insoddisfazioni delle masse. Mein Kampf ci costringe a confrontarci con un testo mai morto che possiede una sua fascinazione . Siamo sicuri che esso non possa ricomparire sotto forme diverse e sedurci ancora una volta con la complicità della propaganda così capillarmente diffusa in un mondo globalizzato e sottoposto alle leggi dei social?
Si esce dal teatro sconvolti come afferma Tomaso Montanari in The Belliner Numero 42 del 15 aprile 2025.
Stefano Massini , unico drammaturgo italiano ad aver vinto un Tony Award ovvero l’Oscar per il teatro, si riconferma un immenso animale da palcoscenico dalla scrittura potente e congeniale ad un intellettuale autorevole.
Vi consigliamo la lettura del testo teatrale Mein Kampf da Adolf Hitler di Stefano Massini, Ed. Einaudi-Collezione Teatro 467, anno 2024.
Foto di Stefano Massini credito Filippo Manzini